Facebook ha affermato che impedirà agli utenti in Australia di condividere notizie sul social network se entrerà in vigore una proposta di legge dal regolatore della concorrenza del Paese che imporrebbe di pagare le società di media locali per i loro contenuti (tramite CNET ).
La dichiarazione arriva dopo che l’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) ha presentato una bozza di codice normativo che “affronterebbe gli squilibri del potere contrattuale tra le attività dei media australiani e le piattaforme digitali” e consentirebbe alle testate giornalistiche australiane di “negoziare un equo pagamento per il loro lavoro di giornalista.”
Se il regolamento proposto diventerà legge, le società tecnologiche come Facebook e Google avranno tre mesi per negoziare con le organizzazioni dei media australiane.
Facebook sostiene che le nuove normative sono poco pratiche in quanto costringerebbero il social network a trattare accordi di condivisione delle entrate con gli editori. Campbell Brown, responsabile delle partnership di notizie globali di Facebook, ha dichiarato a NBC News che la società ha presentato un’altra proposta, ma non è stata presa in considerazione dal governo australiano.
Secondo Brown, Facebook ha due possibilità: rimuovere completamente le notizie dal social network o accettare un sistema che consente agli editori di addebitare all’azienda il prezzo che desiderano per le singole notizie.
Supponendo che questa bozza di codice diventi legge, smetteremo di consentire agli editori e agli utenti in Australia di condividere notizie locali e internazionali su Facebook e Instagram.
Facebook e Google rappresentano oltre la metà della spesa per la pubblicità digitale negli Stati Uniti e oltre il 70% in Australia. Ciò ha indotto gli editori a desiderare una percentuale di questi profitti, nonostante i loro contenuti raggiungono un pubblico più ampio con l’aiuto di queste piattaforme.
In una mossa correlata alla bozza del codice dell’ACCC, Facebook ha inviato una notifica a tutti gli utenti, spiegando che i suoi termini di servizio verranno aggiornati dal 1° Ottobre per consentirgli di rimuovere o limitare l’accesso a qualsiasi contenuto che pensa possa causare problemi legali dell’azienda.
Anche Google si oppone al progetto di regolamento ed ha inviato una lettera aperta all’ACCC affermando che sospenderà tutti i servizi gratuiti che offre agli utenti.
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