L’applicazione FaceApp è di nuovo un tormentone grazie all lancio di un nuovo filtro “cambio di sesso” ed a un nuovo hashtag “#faceappchallenge” che ha ricevuto milioni di condivisioni su Facebook e Instagram.
Di conseguenza, sono state sollevate anche preoccupazioni sulla sicurezza dell’applicazione di riconoscimento facciale e sui rischi della condivisione di queste informazioni per motivi di privacy.
Fabio Assolini, analista senior della sicurezza di Kaspersky, assicura che l’applicazione non contiene elementi dannosi. Tuttavia, poiché il riconoscimento facciale è una tecnologia utilizzata principalmente per l’autenticazione con password, l’utente deve fare molta attenzione quando condivide la propria immagine con terze parti.
“Dobbiamo trattare queste nuove forme di autenticazione come password, poiché qualsiasi sistema di riconoscimento facciale ampiamente disponibile può finire per essere usato sia nel bene che nel male”, avverte l’esperto di Kaspersky.
Secondo Assolini, le aziende che possiedono tali app potrebbero potenzialmente vendere queste immagini a entità che usano l’Intelligenza Artificiale per apportare modifiche al riconoscimento facciale.
“Inoltre, si deve tener conto del fatto che questi dati sono archiviati su server di terze parti e che possono anche essere rubati dai criminali informatici e utilizzati per impersonare identità”, aggiunge.
Pertanto, l’analista raccomanda che prima di partecipare all’ultima sfida sui social media, gli utenti dovrebbero essere consapevoli della sicurezza dell’app e scaricarla solo dagli store ufficiali. Sottolinea inoltre l’importanza di leggere i termini sulla privacy delle applicazioni per capire quali diritti e tipi di accesso sono richiesti.
Durante il download delle applicazioni, Kaspersky consiglia agli utenti di adottare le seguenti precauzioni:
- Assicurati che l’app sia affidabile e venga scaricata dai siti Web ufficiali
- Leggi le condizioni sulla privacy per capire quali informazioni vengono richieste
- Tratta il riconoscimento facciale come una password, non utilizzarlo ovunque
- Controlla sempre le autorizzazioni richieste, come ad esempio il login associato a un account esistente in un determinato social network.
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