Attualmente, al primo posto in classifica delle app gratuite dell’App Store troviamo FaceApp, che ci permette di trasformare le foto del viso cambiando sesso, invecchiandoci e altro ancora.
Un ottimo passatempo, senza dubbio, ma la nostra privacy è al sicuro?
Capirete che si tratta di una domanda retorica, di cui conosciamo già la risposta, perché abbiamo già analizzato quest’applicazione esattamente un anno fa qui su iSpazio. Quest’applicazione violava la vostra privacy in maniera veramente pesante! Quest’anno è tornata, con una policy rinnovata e molto più “dolce” nei confronti degli utenti, tuttavia l’app continua a guadagnare vendendo informazioni a partner pubblicitari di terze parti.
Allo stesso tempo, Immuni, l’app di tracciamento del COVID-19, che può rivelarsi davvero molto utile per spezzare la catena dei contagi e permetterci di superare questo problema evitando morti e situazioni spiacevoli, viene ripetutamente messa al centro di critiche e polemiche sulla privacy. Proprio quest’app che non traccia nessun utente, non conosce il nostro nome e cognome, nè il nostro aspetto né utilizza il GPS per conoscere costantemente la nostra posizione e spostamenti, viene inspiegabilmente vista come “il male” quando invece Facebook, Instagram, le app di Google e soprattutto questa FaceApp fanno molto, molto di peggio con i nostri dati ed il vero tracciamento utente!
Torniamo a parlare del tormento del momento, FaceApp. Come vi avevamo già accennato un anno fa, per riuscire ad utilizzare l’app era necessaria una connessione ad internet e una foto che vogliamo modificare. Quest’ultima, veniva caricata sui server della Wireless Lab per l’elaborazione e diventava proprietà dell’azienda, secondo quanto si leggeva nei termini e condizioni:
Utilizzando l’app concedi a FaceApp una licenza perpetua, irrevocabile e non esclusiva per utilizzare, riprodurre, modificare, adattare, pubblicare, tradurre, creare opere derivate da, distribuire, eseguire pubblicamente e mostrare, sul contenuto dell’utente e qualsiasi immagine fornita in relazione al contenuto dell’utente in tutti i formati e canali multimediali ora conosciuti o successivamente sviluppati, senza alcun compenso.
Oltre a perdere qualsiasi diritto sulla foto selezionata, che probabilmente è la cosa meno grave, l’informativa sulla privacy indicava chiaramente che l’applicazione raccoglieVa anche informazioni sulla posizione e sulla cronologia di navigazione degli utenti, cose del tutto non necessarie per un’App che modifica delle immagini. Naturalmente tutto questo avveniva perché con tutti quei dati veniva creata una profilazione utente successivamente venduta ad aziende di terze parti come Facebook o altre ai fini pubblicitari e di monetizzazione.
Quindi, ogni volta utilizzavamo una nostra foto per invecchiarci e/o cambiare sesso, l’applicazione sapeva:
- Chi siamo
- A quale fascia d’età apparteniamo
- Il nostro sesso
- Dove viviamo
- E quali siti web abbiamo visitato in passato.
Successivamente, tutte queste informazioni venivano vendute ad azienda pubblicitarie che generavano un nostro profilo online e ci sottoponevano campagne pubblicitarie mirate alle quali difficilmente saremo riusciti a rinunciare, perchè basate strettamente sui nostri interessi.
L’utente medio però, quello che commenta sotto i post che parlano dell’app Immuni cose tipo “eh, ma ci tracciano”, “non avranno mai i miei dati”, ecc, non ci pensa due volte prima di scaricare app simili solo per ricevere dei like e/o pubblicare una storia in cui mostra la sua versione maschile/femminile per “stare al passo coi tempi“.
Immuni, al momento, si deve accontentare del secondo posto tra le app più scaricate nell’App Store, nonostante tutti i media stiano parlando bene e spingano gli utenti a scaricarla. Apple stessa, due settimane fa, dedicò una pagina all’app per far capire ulteriormente agli utenti il suo funzionamento e perché è importante che il maggior numero di utenti la scarichino.
Tutti noi ad Apple crediamo che mai come in questo momento sia necessario lavorare assieme per uno scopo comune: fermare la diffusione dl COVID-19.
Per secoli, il tracciamento di individui potenzialmente infetti è stato uno dei metodi più utilizzati per rallentare il contagio di patologie infettive. Un processo tradizionalmente piuttosto complesso e laborioso.
Ora, le autorità sanitarie si affidano alla tecnologia dei dispositivi mobili per facilitare l’aspetto più difficoltoso del tracciamento dei contatti.
Dal canto nostro, volevamo dare una mano progettando app in grado di inviare natiche alle persone a rischio di esposizione al COVID-19, cercando di farlo nella maniera più affidabile, efficiente e privata possibile. Così, insieme a Google, abbiamo creato le notifiche di esposizione, una tecnologia utile ad assistere le autorità sanitarie nel tentativo di frenare l’avanzata del COVID-19.
Immuni è l’app che integra questa tecnologia in Italia: scaricala, se è questo il Paese in cui risiedi (è necessario aver effettuato l’ultimo adornamento di iOS).
La società ha voluto anche precisare in che modo vengono gestite le informazioni personali:
Solo le autorità sanitarie governative hanno accesso alla tecnologia che abilità le notifiche di esposizione e le loro app devono rispettare criteri specifici di sicurezza e privacy.
Per proteggere ulteriormente la tua privacy e prevenire il tracciamento, gli identificativi casuali che trasmetti cambiano ogni 10 o 20 minuti. Il sistema è progettato in modo tale da non permettere né ad Apple né a Google di accedere alle informazioni relative ad ogni singolo individuo.
In aggiunta, sul sito web ufficiale di Immuni, gli sviluppatori rispondono alle domande più frequenti sulla privacy per togliere qualsiasi dubbio sul trattamento dei dati.
Oggi la policy dell’app FaceApp è cambiata. Le foto vengono caricate sul Cloud e ci restano per 2 giorni dopodiché dovrebbero essere eliminate. L’app userá soltanto le foto che scegliete voi, lasciando nella vostra libreria tutte le altre. I video vengono creati localmente nel vostro telefono anziché online. Insomma, enormi miglioramenti, ma circoscritti alla protezione delle nostre immagini. Ci sono ancora diverse questioni irrisolte. Come scritto nella Policy aggiornata, l’app continua a collezionare ancora le seguenti informazioni:
- La nostra posizione/area geografica in cui vengono scattate le foto che inseriamo nell’app per cambiare sesso o etá (attraverso i metadati dell’immagine)
- Informazioni dai social network. Se utilizziamo un social per eseguire il login, l’app salverà il nostro nome, cognome, luogo, età, il numero di amici che abbiamo su quel social ed altro.
- Dati del dispositivo: il sistema operativo in uso, la versione, il modello del vostro smartphone, il device ID, il token per le Push, il Google Advertising ID, l’Apple ID for Advertising, il browser in uso, la risoluzione dello schermo, il vostro indirizzo IP, la cronologia dei siti web visitati in precedenza
- Accederà ai vostri screenshot per individuare eventuali screenshot legati all’applicazione FaceApp ed analizzarli. Con questa scusa però, esaminerà tutte le foto contenute nella cartella screenshot.
- L’applicazione contiene pubblicità e tutte queste informazioni che consentiamo di ottenere all’app FaceApp, verranno ottenute automaticamente anche da tutti i partner pubblicitari di terze parti.
- L’app potrà utilizzare il vostro indirizzo email, ottenuto dai social o altri strumenti in-app per inviarvi newsletter pubblicitarie.
- L’app potrebbe utilizzare il vostro consenso a ricevere Notifiche Push per inviarvi pubblicità tramite Push.
Per quanto ci riguarda ognuno è libero di utilizzare le app che vuole, però: se scaricate FaceApp, sappiate che non è ammissibile alcuna scusa per non scaricare Immuni, per temerla o per commentarla male.
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