Foxconn, il principale assemblatore di iPhone di Apple, ha tagliato le sue previsioni di entrate per il 2020 dopo la decisione di mettere in quarantena i ldipendenti che rientreranno a lavorare il 10 febbraio nella sua base principale in Cina, nel tentativo di proteggersi dall’epidemia di coronavirus (via Bloomberg).
La società ha tagliato la sua guida per la crescita dei ricavi. In precedenza, aveva dichiarato che avrebbe registrato un aumento delle vendite tra il 3% e il 5% rispetto all’anno scorso, e ora prevede un aumento dall’1% al 3%.
Lo stabilimento di Foxconn Zhengzhou non riprenderà la produzione fino al 10 febbraio a seguito di una prolungata pausa, e la società ora afferma che i lavoratori che tornano dall’esterno della provincia di Henan saranno messi in quarantena per 14 giorni, mentre il personale che risiede all’interno della provincia sarà isolato per uno settimana.
Il produttore aveva affermato in precedenza che l’epidemia virale aveva avuto un “impatto piuttosto limitato” sulla produzione di iPhone, suggerendo che le sue fabbriche in altri paesi come Vietnam, India e Messico erano state in grado di colmare il divario.
La scorsa settimana Apple ha chiuso tutti i suoi uffici, negozi e centri di contatto nella Cina continentale fino al 9 febbraio a causa dell’epidemia di coronavirus di Wuhan. Apple ha circa 10.000 dipendenti diretti in Cina, nelle sue divisioni retail e corporate.
Quasi 60 milioni di persone rimangono bloccate in Cina. Con il bilancio delle vittime del virus in aumento nei giorni scorsi, l’obiettivo delle persone di tornare a lavorare il 10 febbraio sembra sempre meno certo. Di conseguenza, si prevede che il contagio interrompa la catena di approvvigionamento cinese di iPhone, oltre a smorzare la domanda dei consumatori e la crescita economica complessiva.
L’epidemia ha ucciso 492 persone in tutto il mondo, la maggior parte delle quali in Cina, e ha infettato oltre 24.500 persone in 25 paesi.
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