L’Italia sta pianificando di introdurre i suoi piani per una “tassa sul web” sulle società digitali che svolgono attività commerciali nella regione.
La nuova tassa del 3% è intesa sia per combattere quelle che il governo considera leggi fiscali troppo lassiste, sia per fornire un reddito che lo aiuterà a evitare l’aumento delle tasse generali sulle vendite. Secondo Reuters, il piano, che dovrebbe iniziare a gennaio, richiederà alle aziende multinazionali basate sul web di pagare un prelievo del 3% sulle transazioni via Internet.
Le società sarebbero tenute ad autovalutare l’ammontare delle imposte dovute, anche se il governo italiano manterrebbe anche il diritto di controllare eventuali conti.
In un piano analogo a quello pan-Europeo proposto dall’Organizzazione per la cooperazione economica (OCSE), la nuova imposta si applicherebbe alle imprese per un valore superiore a 827 milioni di dollari e guadagni oltre 6,1 milioni di euro in Italia.
Si ritiene che il nuovo governo italiano della coalizione si aspetta che questa tassa porti circa 600 milioni di euro all’anno. Un piano simile è stato proposto dal precedente governo di coalizione, che è crollato prima di attuarlo.
Questo nuovo schema arriverà in tempo per alleviare un aumento dell’imposta sulle vendite che dovrebbe iniziare anche a gennaio.
L’Italia presenterà il suo nuovo progetto di bilancio all’Unione europea entro il 15 ottobre e se i piani dell’OCSE avranno successo, l’Italia adeguerà i propri piani fiscali in modo che corrispondano.
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