L’amministrazione Trump sta considerando la possibilità di vietare la crittografia end-to-end, utilizzata da servizi come i messaggi di Apple e FaceTime, e da piattaforme concorrenti come WhatsApp.
Come osserva Politico:
“La decisione di fare pressioni per la legislazione avrebbe conseguenze di vasta portata per la privacy e la sicurezza di decine di milioni di consumatori e costringerebbe aziende come Apple e Google ad abbattere le funzionalità di sicurezza sui loro smartphone e altri dispositivi”.
La logica alla base della cessazione di questo tipo di crittografia è che consentirebbe alle forze dell’ordine e alle agenzie di intelligence di accedere ai dati degli indagati. Tuttavia, alcuni temono che l’eliminazione della crittografia end-to-end possa consentire lo spionaggio diffuso sui cittadini degli Stati Uniti.
Uno scontro simile sulla privacy si è verificato un paio di anni fa quando Apple si era trovata in una situazione di stallo con l’FBI per sbloccare l’iPhone di un terrorista morto.
Apple parla spesso di crittografia. Gioca un ruolo importante nei suoi sistemi. È anche un elemento chiave di differenziazione tra Apple e alcuni dei suoi concorrenti. Quando una legislazione simile è stata discussa all’estero, Apple si è espressa contro di essa.
Se l’amministrazione Trump dovesse continuare su questa strada, potrebbe causare una frattura più profonda tra la Casa Bianca e la Silicon Valley. Attualmente, il più grande problema pubblico (uno dei tanti) che divide Apple e l’amministrazione Trump è il commercio internazionale e le tariffe.
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