Giornata di rimproveri per Apple. A parlare è Ken Segall, direttore creativo che ha lavorato per anni con Apple e Steve Jobs, autore del famoso “Think Different” e del nome “iMac”.
Secondo Segall, Apple sta rendendo i nomi degli iPhone inutilmente complicati.
Lo scorso anno avevamo contemporaneamente sul mercato iPhone 8, iPhone 8 Plus, iPhone X ed iPhone SE. Due telefoni avevano dei numeri, l’altro ha un numero romano e l’ultimo ha due lettere attaccate. La semplicità è una delle caratteristiche che contraddistingue Apple ma sui nomi si sta complicando la vita da sola.
Quest’anno per fortuna tutti gli smartphone sono stati riunificati sotto un unico identificatore che è la “X” ed è uscito dalla lineup quello smartphone dal nome mostruoso “iPhone SE”. Tuttavia restano ancora dei problemi di denominazione per il marketing di Apple.
Prima di tutto è sbagliato continuare con la lettera “S”. Ormai il mercato è più aggressivo, la concorrenza sforna un telefono nuovo ogni anno, sempre più evoluto, e quella lettera S dà agli utenti un senso di aggiornamento minore, quasi inutile. In passato gli iPhone “S” hanno introdotto grandi novità come Siri con il 4S oppure il Touch ID sul 5S. Se si vuole competere con altri grandi aziende, bisogna dare un nome diverso e progressivo ogni anno, senza continuare con questa S.
Relativamente all’iPhone X invece, Apple lo legge “Ten”, ovvero “dieci” ma tutti lo leggono “ics”. Utilizzando un numero romano poi, dovrebbe chiamarsi “decimo” e quest’anno ad una lettera che viene già pronunciata male da tutti, è stata aggiunta anche una R, di cui ancora non è dato sapere il significato.
Riguardo alla S, Apple ha scelto un font equivoco perchè non si capisce bene se scrivere iPhone XS oppure iPhone Xs con la lettera minuscola. I siti degli operatori la riportano minuscola, i comunicati Apple ufficiali la riportano sempre in maiuscolo, tranne in alcuni casi dove perfino l’azienda californiana lo scrive in piccolo. Insomma dov’è l’attenzione per i dettagli? Andrebbero richiamati anche gli operatori facendo maggiore chiarezza per uniformare il messaggio.
Tutte queste critiche provengono naturalmente da una persona estremamente precisa che ha basato il suo lavoro proprio su questo, ma cosa ne pensano gli utenti meno appassionati? Probabilmente chi non se ne intende, entra semplicemente in un Apple Store e chiede dell’ultimo iPhone oppure del modello più grande, senza nemmeno aggrapparsi ai nomi. Queste “crisi” come quelle che ha esposto Segall, vengono soltanto ai nerd?
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