Lisa Brennan-Jobs ha scritto un libro di memorie che racconta anche gli ultimi giorni di vita di suo padre, e descrive come sia stato crescere con un visionario come Steve Jobs. Il libro, intitolato “Pesciolino” (Small Fry in lingua originale), è disponibile da oggi sia in formato cartaceo che digitale.
In uno degli estratti pubblicati lo scorso mese, la figlia di Steve Jobs racconta gli ultimi tre mesi del co-fondatore di Apple, quando si faceva solitamente accompagnare da un monaco Buddhista. Steve chiamò il famoso computer degli anni ’80 Apple Lisa dopo che venne a sapere di sua figlia. Il libro definisce il computer “un fallimento commerciale”, cosa che effettivamente fu:
Quando mia madre era in attesa, mio padre iniziò a lavorare ad un computer che avrebbe preso il nome di Lisa. Era il precursore del Macintosh, il primo computer per il mercato di massa con un mouse esterno, un mouse grande quanto un pezzo di formaggio. Ma era troppo costoso, un fallimento commerciale; mio padre iniziò a lavorare con il team che se ne occupò, ma poi iniziò a remare contro il team Mac. Il computer Lisa fu abbandonato, e le 3,000 unità non vendute furono bruciate in una discarica nello Utah.
I primi anni non furono facili per la madre dell’autrice, soprattutto dal punto di vista economico. Steve Jobs, infatti, rifiutò inizialmente di riconoscere sua figlia, e lo fece solo a tre anni compiuti. Brennan-Jobs ha scritto il libro perché “ha odiato” la biografia ufficiale ad opera di Walter Isaacson, e la sua visione dei fatti ha portato sotto la luce dei riflettori alcune controversie della famiglia Jobs, attirando in particolare l’attenzione dei media.
Ad esempio, il The New York Times ha affermato che il libro descrive Steve Jobs come un idiota (jerk), incoraggiando Laurene Powell Jobs a prendere le distanze dalle memorie dell’autrice:
Lisa è parte della nostra famiglia, ed è quindi con tristezza che abbiamo letto il suo libro, che differisce terribilmente dai nostri ricordi di quel periodo. Il ritratto di Steve non è quello del marito e del padre che conoscevamo. Steve amava Lisa, e si è pentito di non esserci stato, quando avrebbe dovuto, nei suoi primi anni di vita. È stato di grande conforto per Steve avere Lisa a casa con tutti noi durante gli ultimi giorni della sua vita, e siamo tutti grati per gli anni trascorsi come una famiglia.
Di seguito la descrizione di “Pesciolino”:
Non è stata semplice la vita, per Lisa Brennan-Jobs, nata alla fine degli anni Settanta in una fattoria nel cuore della Silicon Valley da una madre che insegue sogni hippies e da un padre che, prima di cambiare per sempre il mondo, sbarca il lunario vendendo apparecchiature per telefonare gratuitamente (e illegalmente) e che la riconosce solo dopo il test del DNA. Per lei quello con Steve Jobs, che ai suoi occhi di bambina era una figura tanto mitica quanto evanescente, resterà per sempre un rapporto complesso e tormentato, fatto di incomprensioni e complicità, di nomignoli affettuosi e lunghi silenzi, di provvisori riavvicinamenti e gesti fortemente simbolici ma silenziosi: tra tutti, l’aver ribattezzato “Lisa” il primo computer proprio in onore della figlia, come Jobs confessa a Bono Vox durante una cena in Costa Azzurra. Fino al toccante racconto degli ultimi giorni vissuti insieme, con Lisa che nelle sue frequenti visite inizia a portare via da casa del padre oggetti senza alcun valore materiale, ma che le parleranno per sempre di lui. “Pesciolino” è la storia di una bambina in cerca della propria identità, in costante equilibrio tra due genitori all’opposto e i loro mondi; ed è un ritratto di Steve Jobs intenso ed emozionante, onesto e spietato e quindi lontano da ogni cliché, una visione intima dell’uomo dietro il mito.
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