ARM ha presentato la sua ultima CPU di alta fascia, il Cortex-A76, e l’ultimo confronto benchmark con i processori per dispositivi Android e quelli della serie A di Apple conferma che l’azienda di Cupertino, sotto questo punto di vista, è almeno due anni avanti rispetto alla concorrenza.
I punteggi Geekbench del Cortex-76 citati da AnandTech rivelano che il processore di ARM supera l’ottimo Exynos 9810 di Samsung e lo Snapdragon 845 di Qualcomm utilizzato in molti smartphone Android di alta fascia.
Tuttavia, il chip A11 di Apple si conferma in prima posizione, ben distante dall’ultimo arrivato in casa ARM. Quest’ultimo è stato superato anche dall’A10, che il colosso di Cupertino ha lanciato nel 2016 in occasione di iPhone 7 e iPhone 7 Plus. Possiamo quindi immaginare che il processore A12 otterrà punteggi ancora superiori, ed è proprio questo che pone Apple due anni avanti rispetto alla concorrenza.
Il vantaggio di Apple è figlio di un design più in stile desktop rispetto a quanto ARM oserebbe fare. Apple può fare ciò perché “vende” i chip a se stessa senza alcun mark-up. È possibile così spendere ogni dollaro in materiali grezzi e nella realizzazione di chip più grandi.
I core del processore A11 di Apple sono più grandi dei core ad alte prestazioni di Cortex. Sono infatti più simili nell’architettura ai Core i7 di Intel. Sembrano core per desktop, e sono sempre realizzati con in mente le prestazioni desktop. È questo il caso sin dall’A7 a 64-bit (e non perché è a 64-bit).
Apple è ad oggi anche al di sopra di Intel – il suo A11 a 3-4W è vicino alla velocità di un i5 7267U a 28W.
È importante sempre sottolineare che Apple riesce ad ottenere questi risultati perché disegna i suoi chip, raggiungendo una perfetta integrazione tra hardware e software. I benefici di una tale politica sono evidenti, come dimostrano le prestazioni dei suoi dispositivi mobili.
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