Il Senato degli Stati Uniti d’America ha votato per salvare la net neutrality, ma a quanto pare non sarà una cosa risolvibile nell’immediato futuro.
Con 52 voti contro 47, i senatori degli Stati Uniti d’America hanno ribaltato il Restoring Internet Freedom Order della Federal Communication Commission (FCC). Ciò è stato possibile grazie al Congressional Review Act (CRA), che consente al Congresso di rovesciare recenti decisioni delle agenzie governative.
Nonostante quelli a favore della net neutrality confermino (e sarebbe difficile dire il contrario…) che questo sia un passo verso il suo ripristino, il cammino per raggiungere l’obiettivo è lungo e tortuoso. Affinché la net neutrality venga ripristinata, dovrebbero accadere due cose: la Camera dei rappresentati deve sfruttare il CRA per ribaltare la regolamentazione. Al posto di 30 firme, quelli a favore della net neutrality dovrebbero raccogliere firme dalla maggioranza dei membri della Camera. E anche con tutti i Democratici a favore – cosa non successa – dovrebbero ottenere il supporto di almeno 22 Repubblicani. E infine, se ciò dovesse verificarsi, il via libera per il ripristino della net neutrality dovrebbe passare per il Presidente Donald Trump.
Il rovesciamento delle protezioni Net Neutrality classifica i provider come “fornitori di servizi d’informazione”, come prima dell’avvento della Net Neutrality nel 2015. Coloro che si oppongono a tale regolamentazione ritengono che questa possa rallentare la velocità di Internet, o bloccare completamente l’accesso a siti Internet che i singoli provider ritengono competitor.
Apple ha commentato lo scorso anno la questione, affermando che la regolamentazione “cambia radicalmente il concetto di Internet come lo conosciamo”, un danno per i consumatori, la sana competizione, e l’innovazione.
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