Le famiglie delle vittime rimaste uccise nell’incidente aereo della compagnia EgyptAir avvenuto nel 2016, hanno intentato una causa contro Apple, e contro la compagnia aerea, sostenendo che l’incendio che ha causato il disastro abbia avuto inizio a seguito del surriscaldamento, con conseguente esplosione, di un dispositivo della società californiana presente a bordo dell’Airbus A320.
Il volo EgyptAir 804, decollato da Parigi, è precipitato nel Mar Mediterraneo il 19 maggio 2016, uccidendo tutte le 66 persone a bordo. Non è stata ricevuta alcuna chiamata di mayday, ma le trasmissioni automatiche di dati dell’aeromobile hanno registrato fumo proveniente da almeno due punti dei velivolo, entrambi posti nella parte anteriore. In questo caso, però, “i rilevatori di fumo installati sul velivolo avrebbero anche potuto essere stati attivati dalla condensazione del vapore acqueo prodotto da una decompressione improvvisa avvenuta all’interno della cabina di pilotaggio”.
I relitti recuperati successivamente hanno confermato la presenza del fumo, rivelando un significativo danno da fuoco nella parte anteriore dell’aeromobile. Ad oggi, gli investigatori non hanno identificato cosa abbia scaturito le fiamme. Tra le possibili cause ci sarebbero il materiale esplosivo che, secondo alcuni rilievi non confermati sarebbe stato rinvenuto sui corpi e su alcuni resti dell’aereo, un incendio nell’alloggiamento dell’avionica generato da un cortocircuito o un incendio nella cabina di pilotaggio, partito proprio dall’area in cui uno dei piloti avrebbe posizionato i suoi dispositivi Apple, nello specifico un iPhone 6S e un iPad mini.
Secondo le accuse, uno dei due dispositivi Apple appartenenti al co-pilota si sarebbe surriscaldato per poi esplodere. A tal proposito, all’epoca dell’incidente, alcuni media riferirono che, secondo quanto registrato dal Cockpit Voice Recorder, proprio uno dei piloti avrebbe tentato di spegnere l’incendio nella cabina di pilotaggio prima che l’aereo si schiantasse.
Un investigatore francese sostiene che vi sia un legame preoccupante tra la posizione dei dispositivi prima del decollo e l’apparente fonte dell’incendio. Tuttavia, il redattore che si occupa di sicurezza sulla rivista Flight International ha dichiarato al Telegraph che l’ipotesi è del tutto improbabile:
In primo luogo, i piloti non lasciano oggetti sul cruscotto perché sanno che, al momento del decollo, potrebbero finirgli addosso o cadere sul pavimento. In caso di turbolenza, poi, gli oggetti potrebbero finire sui comandi, causandone il blocco […].
Ma il punto chiave è che mentre ci sono stati avvertimenti sui sistemi di riscaldamento delle finestre, c’erano anche allarmi antifumo nella toilette e nell’avionica sotto il pavimento. Come sarebbe finito il fuoco lì sotto? Non ha senso.
TMZ afferma di aver visto i documenti depositati dagli avvocati che rappresentano le famiglie, sostenendo che le prove addotte siano sufficienti per ritenere Apple responsabile. Alle accuse, però, Apple risponde così:
Non siamo stati contattati da alcuna autorità che indaga su questo tragico evento. Non abbiamo visto i rapporti ma sappiamo che non ci sono prove per collegare l’incidente ai prodotti Apple. Se gli investigatori hanno delle domande per noi, ovviamente li assisteremo in ogni modo possibile. Testiamo rigorosamente i nostri prodotti per garantire che soddisfino o superino gli standard di sicurezza internazionali.
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