Nel mondo dei designer di icone per computer non c’è nome più famoso di quello di Susan Kare, meglio nota per aver realizzato la fortunata serie di icone del Macintosh originale. Dopo aver lavorato trent’anni nel mondo della tecnologia e della grafica, Kare è stata recentemente premiata con una medaglia dell’Istituto Americano di Arti Grafiche (AIGA), uno dei riconoscimenti più ambiti per un graphic designer.
Riconosciuta per il suo design audace e intelligente, Kare ha creato una tela di metafore visive che sono immediatamente riconoscibili, anche a distanza di decenni. Attraverso le sue creazioni intuitive e stravaganti, Susan Kare ha reso l’interfaccia grafica accessibile alle masse, inaugurando una nuova generazione di Pixel Art.
Ogni icona deve essere non solo facile da capire, ma facile da ricordare”.
Susan Kare
La Storia
All’inizio degli anni ’80, Susan si occupava di creare sculture prima di essere inserita nel progetto Macintosh. La sua collaborazione come graphic designer con Apple iniziò proprio in quegli anni, quando Andy Hertzfeld, vecchio amico di scuola e programmatore Mac alla ricerca di un designer, pensando che lei potesse essere la persona giusta, le fece una telefonata.
La donna non aveva alcuna conoscenza dei computer, ma se ne servì per creare le icone della prima interfaccia grafica utente di successo di Apple, rendendola amichevole ed accessibile a chiunque. La prima GUI della società californiana fu in realtà quella presente sullo sfortunato computer Lisa, le cui icone però, non avevano certo la personalità di Kare.
Una volta in Apple, a Kare fu affidato un compito arduo: usare le icone per far sembrare il Macintosh meno simile a una macchina e più simile a una workstation affidabile e di facile utilizzo. Essendo il primo personal computer a basso costo dedicato a consumatori non tecnici, le icone Macintosh sarebbero dovute essere universalmente invitanti e particolarmente intuitive.
Non avendo mai lavorato nel campo della progettazione digitale, Kare cercò ispirazione nella sua esperienza con mosaici, ricamo e puntinismo. Dopo essersi procurata la carta millimetrata più piccola possibile in un negozio di forniture artistiche, Kare tirò fuori una griglia 32×32. Ciascuno dei 1024 quadrati rappresentava un pixel, richiamando la visualizzazione bitmap della prima interfaccia Apple.
Ed è proprio così che Kare creò, disegnandole a mano, alcune delle icone che le sono valse il prestigioso premio AIGA. Il pennello, “Clarus the Dogcow”, il simbolo del tasto “Command”. A proposito di quest’ultimo, per realizzarlo Kare esaminò per ore vecchi libri di simbologia fino a che non vide la Croce di Saint Hennes, un antico simbolo impresso su molti oggetti provenienti dal Nord Europa ed usato nel 1960 dagli scandinavi per contrassegnare luoghi di interesse culturale.
Non solo icone
A Kare dobbiamo la prima famiglia di font digitali proporzionalmente distanziati. Lavorando vincolata a soli 9×7 punti per lettera, Kare è stata capace di evitare l’aspetto “pixelato” dei caratteri tipografici computerizzati monospaziali, adottando per la loro creazione solo linee orizzontali, verticali o di 45°. Uno dei font più famosi è Chicago, utilizzato su Macintosh e iPod per oltre due decenni.
Kare ha sempre palesato una bizzarra vena indipendente. Si deve proprio a lei, infatti, la famosa bandiera pirata esposta in uno dei primi uffici Apple e realizzata in risposta allo slogan motivazionale inventato da Steve Jobs:
È meglio essere un pirata che unirsi alla marina”.
E poi c’è “Clarus the Dogcow”, l’icona raffigurante un animale dall’aspetto ambiguo, progettata come glifo del font Cairo di Apple ed utilizzata come immagine dimostrativa del layout di pagina in Mac OS. Clarus è diventata talmente famosa che Kare, ancora oggi, produce stampe dell’icona per i suoi numerosi fan.
Carriera
Nel 1988, Kare ha lanciato la sua società Susan Kare Design, che esiste ancora oggi. Nei decenni successivi, si è adattata con successo alle continue evoluzioni della tecnologia. Tra il 2006 e il 2010, ha progettato i regali virtuali per Facebook: una brillante suite a colori di cupcakes, pinguini e paperini di gomma che hanno permesso alla donna di allontanarsi dalla Pixel Art bidimensionale progettata per Apple.
Oggi, Kare continua a vendere le sue stampe su kareprints.com e lavora come direttore creativo su Pinterest. Le sue opere sono state esposte al National Museum of American History, al MoMA, al San Francisco Museum of Modern Art e al New Mexico Museum of Natural History and Science ad Albuquerque. Ha lavorato, inoltre, per oltre 50 importanti clienti, tra cui Microsoft, dove disegnò le carte del gioco “Solitario”, Intel, IBM, Motorola e Sony Pictures.
Questo un estratto del post dedicato a Susan Kare, pubblicato sul sito dell’AIGA:
Nel corso degli anni, Kare ha adottato una filosofia di design che si basa sui principi di semplicità, chiarezza e bellezza. E sebbene abbia aggiornato i suoi strumenti, passano dalla carta millimetrata ai software di progettazione, Kare continua a privilegiare il contesto e la metafora. Per le strade di San Francisco, cerca intrepidamente forme e simboli accattivanti; una volta che l’ispirazione la colpisce, lavora in un modello simile ad una griglia in Adobe Illustrator.”
Apple deve dunque tantissimo a Susan Kare, la donna icona delle icone che ha dato un sorriso al Macintosh.
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