In occasione della conferenza TED 2018 che si è tenuta a Vancouver dal 10 al 14 aprile, Reed Hastings, CEO del colosso dello streaming Netflix, ha dichiarato che la sua società è l’anti-Apple, riferendosi principalmente alle modalità di gestione adottate per ciò che riguarda l’organizzazione del lavoro.
Siamo l’anti-Apple. Loro creano compartimenti, noi facciamo l’opposto. Tutti ricevono tutte le informazioni.
Niente filtri e niente segreti in Netflix. Una scelta lavorativa che deriva da un’esperienza passata di Hastings, quella che ebbe come protagonista la sua prima società, la Pure Software, che finì col chiudere perché ossessionata dalla creazione di processi utili a prevenire gli errori piuttosto che focalizzarsi su nuovi orizzonti.
Stavamo cercando di creare un sistema a prova d’errore e alla fine solo i manichini volevano lavorare lì.
Ed è proprio per questo che i dipendenti di Netflix vengono coinvolti in tutte le scelte aziendali, sentendosi così stimolati ad esprimere le proprie opinioni in quanto elementi fondamentali di una grande famiglia.
Vogliamo che le persone dicano la verità, quindi diciamo “Essere in disaccordo in silenzio è sleale”. Non è corretto lasciare che una decisione venga presa senza esprimere la propria opinione. Siamo molto orientati sul fare scelte che derivino da un buon confronto.
La cultura della condivisione delle informazioni di Netflix crea un senso di responsabilità tra i dipendenti. Basti pensare che in Netflix, oltre ad essere praticamente coinvolti in tutto, i lavoratori possono usufruire di giorni di permesso quando e quanto vogliono. La totale libertà, dunque, sarebbe secondo Hastings la chiave del successo delle sua azienda.
In Apple, invece, le informazioni vengono limitate a compartimenti stagni, per evitare fughe di notizie preziose circa nuovi prodotti e dati sensibili che, però, vengono puntualmente rivelati. Ed è questo in buona sostanza ciò che pensa Hastings: la troppa segretezza può essere controproducente.
Apple è certamente segreta con il mondo esterno e lo conferma anche la recente volontà dell’azienda di intraprendere azioni legali nei confronti di chi diffonde notizie interne. E’ altrettanto vero, però, che i responsabili di ogni divisione si incontrano ogni settimana per discutere di ciò che fanno gli altri dipartimenti, che il confronto non manca e che la sinergia è l’elemento chiave. Non abbiamo a che fare con una compagnia di uomini e donne che dicono solo “Sì”. Altrimenti, a quest’ora, Apple sarebbe finita come la Pure Software. Ma così non è stato. E volete sapere perché? Ecco la risposta:
Non si assumono persone intelligenti perché sono d’accordo con te. Assumi persone intelligenti perché possano offrirti altri punti di vista. Questo è il lavoro del capo dell’esecutivo che, un po’ come il regista di un film, deve assicurarsi che queste visioni separate si fondano in qualcosa di singolare.
Steve Jobs
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