Il designer di Apple, Jony Ive, ha sponsorizzato una mostra che si terrà a Maggio nel Design Museum di Londra, mostrando i lavori di Azzedine Alaïa e per l’occasione Vogue lo ha intervistato direttamente all’interno dell’Apple Park con la bella Naomi Campbell al suo fianco. Nell’intervista si parla del processo di design dei prodotti Apple e del rapporto con Steve Jobs.
Inizialmente Ive spiega da dove è scaturita la sua passione:
Mio padre è stato un vero artigiano, quindi io sono cresciuto comprendendo come vengono create le cose. Trovarsi ad utilizzare un oggetto è una cosa così “automatica” che la si da per scontata, ma tutto quello che viene utilizzato va prima pensato, progettato e costruito. Crescere apprezzando la natura degli oggetti è stato determinante per me.
In seguito Ive è stato interrogato sul suo lavoro in Apple e la segretezza:
Per me la segretezza non è un problema. A volte per lavorare ad un progetto resto chiuso in una sorta di “bunker”, lontano da occhi indiscreti. Se sto lavorando a qualcosa che non è ancora finito, mi viene spontaneo non mostrarlo a nessuno! La natura delle idee è così fragile che va protetta ai massimi livelli: quando non sei sicuro che qualcosa possa funzionare, l’idea è vulnerabile. Mostrarla a qualcuno ottenendo una critica potrebbe fermare il processo creativo. Spesso un’idea ha bisogno di ottenere più di una possibilità prima di diventare concreta e valida.
Cosa avevi in comune con Steve Jobs? Com’è stato quando vi siete incontrati?
Guardavamo il mondo allo stesso modo: percepivamo le cose, litigavamo nella nostra testa ed eravamo già consapevoli delle conclusioni alle quali saremmo arrivati. Abbiamo iniziato a lavorare insieme nel 1997 ed è stato davvero notevole. Col passare del tempo, lo apprezzavo sempre di più e col passare del tempo mi manca sempre di più. E’ stato davvero straordinario e questo, anzichè diventare un lontano ricordo, diventa sempre più chiaro man mano che trascorrono gli anni. Steve ha compreso il processo creativo in un modo estremamente raro ed ha anche capito come si mantiene un’azienda con molte persone.
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