Il mondo funziona sempre alla stessa maniera. Ancora oggi, come secoli fa, c’è bisogno che scoppi un caso prima che si inizi ad indagare o ad aprire gli occhi.
In questo periodo nel mirino c’è Facebook, reduce dallo scandalo di Cambridge Analytica, e soltanto adesso le persone stanno iniziando ad indagare o a rendersi conto che effettivamente un’azienda che cresce così tanto unicamente utilizzando le informazioni dei suoi stessi utenti può diventare “il male”.
La reputazione del social network in questo periodo sta calando parecchio, tant’è vero che è stata addirittura posticipata la data di lancio di uno smart speaker per evitare recensioni negative ed una pessima pubblicità al prodotto. Oggi Facebook si trova ad affrontare un altro duro colpo perchè è trapelata una nota interna, scritta dal vicepresidente Andrew Boswotrh, che spiega chiaramente il modo in cui lavora l’azienda (come se ci fosse bisogno di ulteriori conferme).
La nota era stata diffusa internamente il giorno dopo che un uomo di Chicago era stato ucciso in diretta su Facebook LIVE. Il dirigente si rivolge a tutti gli impiegati spiegando loro che “la crescita è sempre giusta e quello che si realizza per la crescita di Facebook è giustificato.”
E’ chiaro che Facebook non possa avere colpe se gli utenti utilizzano la piattaforma in modo scorretto ma il messaggio è forte e la politica dell’azienda è chiara. Non importa se qualcuno ci rimette la vita o se altre aziende con idee brillanti debbano essere schiacciate copiando di sana pianta tutto quello che hanno realizzato: l’importante è crescere, e non si guarda in faccia a nessuno. “Tutto quello che ci permette di connettere più persone e più frequentemente è -di fatto- giusto”.
Dopo la notizia diffusa da BuzzFeed, Mark Zuckerberg si è messo in contatto con la redazione spiegando di non essere d’accordo con questa linea di pensiero “Non abbiamo mai creduto che il fine giustifichi i mezzi. Riconosciamo che il collegamento di persone non è abbastanza di per sè. Dobbiamo anche lavorare sulla genuinità delle connessioni. Boz è un leader di talento, che dice cose provocatorie. In questo caso molte persone, me compreso, si trovavano profondamente in disaccordo con quanto detto. Non abbiamo mai creduto che il fine giustifichi i mezzi. Abbiamo cambiato l’intera missione e il focus dell’azienda per riflettere questo cambiamento lo scorso anno.”
Resta quindi ancora un mistero il motivo per il quale il semplice utilizzo di Facebook Messenger richieda ancora il collegamento alla propria rubrica e salvi tutti i dati personali e privati dei nostri contatti nei server.
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