Durante tutti gli eventi, Tim Cook non perde occasione per ricordare quanto la sua azienda possa tenere alla Privacy degli utenti. A seguito dello scandalo di Cambridge Analytica, il CEO di Apple non poteva esimersi dal commentare la vicenda.
La faccenda è così seria e terribile che bisognerebbe subito creare un regolamento universale. Per anni Apple si è preoccupata di tutelare i dati dei propri utenti ma sapevamo che altre aziende agivano diversamente, mettendo le mani su informazioni private molto dettagliate. Spesso gli utenti non sono nemmeno a conoscenza di come l’azienda utilizzerà quei dati nè di come verranno venduti a terzi per pubblicità ed altri scopi. Sapevamo che un giorno o l’altro la bolla sarebbe esplosa!
Tim Cook si riferiva a Facebook ma anche a Google che riescono ad offrire prodotti gratuiti o comunque a basso prezzo, senza far capire che ottengono altri introiti dalle preziosissime informazioni sugli utenti.
Spesso riconosciamo la superiorità di Google nelle tecnologie di riconoscimento delle immagini, nell’assistente vocale Google Now e così via, ma i progressi dell’azienda sono arrivati analizzando miliardi di dati reali, appartenenti a noi utenti. Apple invece ha sempre scelto una strada diversa, applicando il machine learning “on-device”, tant’è vero che l’iPhone diventa più intelligente man mano che lo utilizziamo e non lo è “sin dall’inizio”. Apple non legge le nostre email, non accede ai nostri contatti ed ai contatti dei nostri contatti, non legge i messaggi inviati e ricevuti su iMessage, non condivide i nostri interessi con gli inserzionisti e non invia nessuna nostra informazione privata ai propri server.
Insomma Tim Cook ha approfittato della situazione per tirare acqua al suo mulino. Il CEO vorrebbe che questa situazione non si verificasse più in futuro, pertanto ci sarebbe bisogno di regole universali alle quali tutte le aziende dovrebbero attenersi. Maggiori informazioni sulla pagina Privacy di Apple.
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