Siri è l’assistente vocale più popolare sugli smartphone, tuttavia è anche quello meno intelligente. The Information ha pubblicato un articolo molto interessante dove svela vari aneddoti legati allo sviluppo di Siri, che ci permettono anche di comprendere perchè risulti “meno evoluto” rispetto ad Alexa e Google Assistant.
Quando Siri venne lanciato, non ci si aspettava tutta questa popolarità, il numero di query superava di gran lunga le aspettative e negli anni a seguire Apple ha impiegato tantissime risorse per migliorare il back-end ed il modo di gestire tutte le richieste. Col tempo sono avvenute tantissime ottimizzazioni, il codice è stato completamente riscritto e questo ha portato un componente di Siri a richiedere soltanto 5 server rispetto ai 500 iniziali. Per questo motivo è stato ritardato il lancio di SiriKit, il framework che permette agli sviluppatori di integrare l’assistente vocale nelle app di terze parti e quindi per molti anni l’assistente vocale è stato in grado di compiere un numero limitatissimo di azioni, limitate all’interazione con le app native.
Gli imprevisti a livello server non sono stati gli unici motivi che hanno ritardato lo sviluppo di Siri. Il team di sviluppo si è ritrovato a cambiare leader del progetto un gran numero di volte, con situazioni non semplici da gestire. Ogni leader aveva una visione differente dell’assistente e mesi di lavoro talvolta sono stati resi vani o mai utilizzati veramente per evolvere il sistema.
Nel 2015, finalmente, Apple ha acquisito VocallQ, un’azienda che operava nel Regno Unito e che si è concentrata sull’Intelligenza Artificiale più avanzata. Da quel momento Siri sta ottenendo miglioramenti mirati sotto una guida -a quanto pare- più valida che si sta occupando dell’implementazione di nuove funzioni nella piattaforma.
Sempre in merito a Siri, c’è una curiosità interessante. Malgrado sia arrivato in commercio soltanto adesso, Apple ha iniziato lo sviluppo di HomePod diversi anni fa, affidando questo progetto ad un’apposita squadra. Inizialmente, HomePod era stato pensato come speaker standalone, senza assistente vocale al suo interno.
Alla fine del 2014 tuttavia, debuttò l’Amazon Echo, dando un altro scossone al team di Siri che era impreparato nel gestire le richieste che potevano arrivare da un dispositivo simile. Ad inizio 2015 Apple decise di integrare Siri nell’Home Pod, facendo lavorare insieme i due team e soltanto nel 2018 HomePod è risultato pronto per il mercato.
Oggi HomePod non è disponibile in tutti i Paesi ed il motivo è legato proprio a Siri, non ancora in grado di gestire le richieste che gli utenti potrebbero fare all’altoparlante nelle varie lingue.
Insomma Siri ha avuto tanti problemi ed imprevisti da affrontare ma Apple recentemente ha fatto sapere:
Abbiamo compiuto progressi significativi per la sicurezza, le prestazioni e l’affidabilità di Siri in questi anni. Adesso attraverso il machine learning stiamo utilizzando le tecniche più recenti per rendere la voce di Siri più naturale possibile. Continueremo ad investire nell’apprendimento automatico per fare il modo che l’assistente possa rispondere sempre a più domande.
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