Con Tim Cook alla guida, la messa in vendita dei prodotti Apple ha subito un netto ritardo rispetto al passato. Tripp Mickle del The Wall Street Journal ha analizzato dunque le attuali attese più lunghe tra l’annuncio di un prodotto e il suo arrivo sul mercato.
Rispetto alla media di 11 giorni nei sei anni precedenti, oggi i giorni di attesa per nuovi e aggiornati prodotti sono in media 23. I prodotti che segnano nuove categorie per Apple lanciati durante la guida di Tim Cook, ovvero AirPods e HomePod, non hanno rispettato la data di lancio sul mercato annunciata durante la loro presentazione ufficiale.
Gli esempi più importanti:
- AirPods: gli auricolari con chip W1 sono stati annunciati il 7 Settembre 2016, ma le prime spedizioni sono partite il 21 Dicembre. L’iniziale disponibilità del prodotto è stata poi molto limitata, e ancora oggi non è facilissimo trovarli.
- HomePod: il primo smart-speaker è stato annunciato il 5 Giugno 2017, durante la WWDC. Il prodotto avrebbe dovuto esordire sul mercato a Dicembre 2017, ma il lancio è stato poi spostato alla prima metà del 2018 (una data precisa non è stata ancora fornita, ndr).
- Apple Watch: Annunciato il 9 Settembre 2014, lo smartwartch è arrivato sul mercato il 24 Aprile 2015, con tempi di consegna abbastanza lunghi.
- iPhone X: l’iPhone che segna il totale rinnovamento della linea è arrivato sul mercato a Novembre, sei settimane più tardi rispetto al solito, dopo diversi problemi di produzione riscontrati in estate.
- Apple Pencil e Smart Keyboard: arrivo in ritardo sul mercato.
Tim Cook è ben noto, ancora prima di diventare CEO di Apple, per essere una persona precisa, che ha sempre lavorato affinché i prodotti arrivassero sugli scaffali nei tempi previsti. Allora cosa è cambiato in questi anni, e soprattutto rispetto al periodo di Steve Jobs?
Certo, il tempo che passa tra l’annuncio di un prodotto e la sua disponibilità effettiva può danneggiare Apple su diversi fronti. Le aziende rivali hanno infatti più tempo per “reagire” ai nuovi prodotti, mentre una eccessiva attesa può facilmente deludere potenziali clienti. Però è bene precisare che oggi Apple è un’azienda diversa da quella guidata da Steve Jobs, con linee di prodotti più ampie che devono essere aggiornate su base annuale. L’azienda di Cupertino ogni anno fa poi affidamento su partner di produzione per i componenti (spesso non semplici da realizzare) per i suoi dispositivi. Coordinare uno staff aggiuntivo, tra produttori e assemblatori, può potenzialmente causare ritardi sulla tabella di marcia.
Ad essere cambiato (in meglio) è anche il numero di dispositivi Apple utilizzati in tutto il mondo, che secondo le stime sono 1.1 miliardi. Per ogni nuovo prodotto (in particolare iPhone), Apple deve far fronte ad una elevatissima domanda, fattore che sicuramente influenza la produzione e i tempi di spedizione, quanto meno nel primo periodo di disponibilità.
La politica di Apple è oggi ben chiara, in particolare per quanto riguarda improvvisi ritardi sul mercato, ed è più o meno questa: “se un prodotto non è ancora disponibile, significa che non è pronto, e non siamo un’azienda che vende ai suoi clienti prodotti che non sono pronti”. Una linea di pensiero (forse) giustificabile, ma quanto è corretta? Apple secondo voi dovrebbe meglio gestire i tempi di annuncio e disponibilità dei prodotti?
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