E’ stata una settimana terribile per Apple, una delle più brutte della storia per quanto riguarda il comparto software. L’azienda si è ritrovata a fronteggiare svariati problemi, tutti nello stesso momento, creando dei momenti davvero imbarazzanti che vanno a ledere sia l’immagine che il livello di soddisfazione degli utenti.
Apple è l’azienda che per antonomasia viene considerata la più precisa, la più affidabile, con un hardware ed un software di qualità che camminano di pari passo. Per quanto io odi dirlo, o leggere chi disturba impropriamente il co-fondatore dell’azienda attraverso continui paragoni, una volta Apple era sinonimo di perfezione, una perfezione ricercata nei particolari e resa evidente in ogni prodotto.
Erano sicuramente altri tempi, il campo d’interesse della società era ristretto ed i tempi tra un rilascio e l’altro di conseguenza erano più “larghi”. La Apple di oggi è completamente diversa, è un’azienda di successo molto attenta ai guadagni, anche perchè portata avanti da un uomo che dal punto di vista finanziario è davvero un mago, e che deve gran parte del suo successo all’iPhone. Proprio questo dispositivo però, è sia motivo di gioie che di amarezze perchè ha completamente cambiato l’identità dell’azienda che adesso risulta costantemente sotto pressione, schiacciata dal peso enorme che rappresenta il “modello successivo” e dal nuovo software da montare sullo stesso, per non parlare dei desideri degli utenti, sempre più esigenti e di una concorrenza sempre più valida. Come conseguenza di tutto questo successo, l’attenzione di Apple, inevitabilmente, è andata a rivolgersi per lo più verso l’iPhone, trascurando (rispetto al passato) tutti gli altri settori, Mac in primis.
Per mesi un bug presente su High Sierra ha esposto gli utenti Mac ad una vulnerabilità davvero importante, una vulnerabilità così “sciocca” che sembra assurdo anche parlarne. Semplicemente bastava scrivere “root” come username e lasciare il campo “password” vuoto per riuscire ad entrare in qualsiasi computer, in qualsiasi account con i privilegi da amministratore, visualizzare tutti i file e documenti privati, addirittura creare nuovi account, modificare password e prendere possesso del computer da remoto. Una violazione della privacy enorme per un problema così stupido. Naturalmente quando la falla è stata scoperta è stata risolta in tutta fretta da Apple ma sono comunque trascorsi dei mesi prima che venisse resa pubblica e risolta. Tra l’altro, per risolverla immediatamente, Apple ha rilasciato un aggiornamento di sicurezza che però è andato a creare un altro bug, rompendo qualcosa nella condivisione dei file su MacOS. Anche per questo problema c’è una soluzione semplice, di cui vi abbiamo parlato qui, ciò nonostante la situazione ha lasciato tutti basiti.
Anche sul versante iOS ci sono stati dei problemi. Qui non parliamo di problemi di sicurezza ma di bug che iniziano a stufare gli utenti e che hanno costretto i meno esperti a rivolgersi ad altre persone per risolverli, o a ripristinare il telefono perdendo tutti i dati o ancora altri disagi. Il tutto è partito il 2 Dicembre, precisamente alle ore 12:15 americane. Questo problema era legato alle notifiche locali, quelle che le applicazioni inviano all’utente per ricordare di una determinata cosa e che sono programmate sul telefono per azionarsi ad una determinata data, ora o in base ad un’azione anzichè essere elaborate tramite internet. Ebbene, in seguito alla ricezione di una notifica locale nella data del 2 Dicembre, l’iPhone iniziava ad effettuare un respring ogni 30 secondi, senza alcuna possibilità apparente di fermare il loop.
In realtà la correzione era semplice, bastava disattivare gli avvisi per quelle applicazioni che utilizzano le notifiche locali oppure tornare indietro con la data al 1 Dicembre ma chi non legge iSpazio o blog del settore di sicuro non poteva saperlo. A porre rimedio a questa situazione è intervenuta Apple rilasciando, ancora una volta frettolosamente, la versione finale di iOS 11.2 quando poche ore prima era stata rilasciata la beta 6. Il nuovo firmware ha risolto il problema (a chi ha avuto l’accortezza di aggiornare senza aver prima fatto altri danni) ma ne ha creato un altro che rendeva impossibile utilizzare il Face ID su diversi iPhone X. Anche qui la soluzione era semplicissima: riavviare il dispositivo, ma col senno del poi è tutto più facile.
iOS 11.2 è stato rilasciato così in fretta che la stessa Apple non aveva attivato Apple Pay Cash su questa versione, nonostante fosse previsto. Apple Pay Cash è arrivato solo qualche ora fa, con un’abilitazione da remoto.
Come se non bastasse, poche ore fa era stata rilasciata una nuova versione di iOS 11.2 che in realtà però era più vecchia della precedente perchè la build era 15C113 rispetto alla 15C114 rilasciata il 2 Dicembre. Un altro chiaro errore dal momento che, provando a scaricare il firmware adesso, il link al download risulta non più valido, mostrando un messaggio di errore. Tutti i file .ipsw del “nuovo” firmware sono stati rimossi dal server Apple, per cui l’ultima versione di iOS 11.2 disponibile torna ad essere la build 15C114 rilasciata il 2 dicembre.
Insomma un vero casino, troppi aggiornamenti, troppi bug. Gli utenti ormai sono confusi e quando arriva una nuova versione del firmware non si fidano e tendono ad attendere qualche giorno prima di aggiornare. Sembra nulla ma è un cambiamento davvero enorme rispetto alla fiducia e alla sicurezza che nutrivano in passato soltanto a sentir nominare “Apple” e gli aggiornamenti venivano attesi ed accolti con molto piacere.
L’azienda è stata lodevole a correre ai ripari in diverse situazioni ad una velocità assurda, tuttavia lo stesso aggettivo lo si può attribuire ai bug presenti nei sistemi operativi. In definitiva non sappiamo se Apple farà “saltare qualche testa” ma di sicuro possiamo dire che è stata una delle peggiori settimane vissute dall’azienda.
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