Di recente Tim Cook ha visitato l’Italia ed è stato ospitato all’Osservatorio Permanente Giovani Editori di Firenze. Il CEO ha visitato anche gli Uffizi e poi ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera.
Il numero uno di Apple è estremamente orgoglioso dell’Italia. Ama il nostro Paese che per lui è sinonimo di eccellenza per quanto riguarda il design. La tecnologia di oggi è un’evoluzione di tutta l’arte del nostro Paese. Tim Cook vuole un Osservatorio simile a quello di Firenze anche negli Stati Uniti.
Di seguito riportiamo l’intervista rilasciata per il Corriere della Sera:
Ogni volta che visito l’Italia, mi ricordo il perché tutti noi di Apple ci sentiamo così a casa qui. Condividiamo la passione italiana per il grande design e per l’artigianato, l’attenzione per quel dettaglio fondamentale che fa sì che l’intero design funzioni alla perfezione, lo renda magico. Possiamo tornare indietro di secoli, al Rinascimento, all’antichità e possiamo trovare il design italiano al crocevia di ciò che oggi chiamiamo «tecnologia» e arti liberali, al crocevia tra la forma, la funzione e l’ispirazione.
Questo è un paese che dimostra che l’eccellenza significa fare ciò che è migliore, non ciò che è più comune. E ho visto che voi sapete che niente di tutto ciò è possibile senza un’istruzione di altissimo livello. Il vostro paese, l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori e Apple condividono questo credo: l’istruzione è il vero livellatore. Permette al potenziale e all’immaginazione di fiorire ovunque essi sorgano. Come società che si basa sulle idee e sui sogni, Apple e l’Osservatorio credono fermamente nell’istruzione. Istruzione a tutti i livelli, istruzione per tutti. In tutto il mondo, stiamo lavorando con scuole elementari e medie, con licei e con università di tutti i tipi, per permettere agli studenti di dare forma al proprio futuro. Un grande esempio di partnership è stata quella con l’Università di Napoli, come parte del nostro Developer Academy, gli studenti stanno lavorando insieme per imparare nuove capacità, tra cui il coding. Infatti, membri della prima classe di laureati stanno entrando nel mondo del lavoro come sviluppatori e imprenditori.
Sono fermamente convinto che se la prossima generazione sarà in grado di compiere la potenzialità della tecnologia e il potenziale di ognuno degli individui che la compone, avremo costruito un futuro con precisione, abilità e capacità risolutive, con il coraggio di essere una forza per il progresso. Ecco perché sono così rinvigorito e confortato da ciò che ho visto all’Osservatorio Permanente Giovani-Editori : il suo progetto di media literacy è favoloso! Io ne sono rimasto stupito nel dialogo con gli studenti per le domande che mi hanno posto e il modo di usare la tecnologia per restare informati. Affrontano con forza le grandi idee, come i grandi problemi. Mi sono sentito ancora più ispirato dai valori che ho visto in questi giovani. Mi congratulo per il programma “Il Quotidiano in Classe” che insegna agli studenti la vera capacità di cui il mondo ha un disperato bisogno: il pensiero critico. Come insegnanti, mentori e capitani d’azienda, abbiamo tutti un ruolo in questa battaglia.
Dobbiamo incoraggiare la prossima generazione a mettere in discussione le idee che vengono presentate loro, incluse quelle presentate proprio da noi, per capirne il significato e il motivo della loro esistenza. Soprattutto per essere instancabili inseguitori della verità. Più di ogni altra generazione nella storia, quella dei giovani d’oggi deve imparare e utilizzare queste capacità, per aiutare la società ad essere intellettualmente onesta. Si deve discutere basandosi su l’oggettività dei fatti, non su fatti alternativi. Questa generazione sta ridefinendo il nostro modo di apprendere e ciò che significa essere cittadini del mondo. Gli studenti del “Quotidiano in Classe” che ho incontrato sono concentrati su molto di più che non ricevere un’istruzione. Cercano nuovi modi per connettersi tra di loro e per connettersi con il mondo che li circonda. Questa è una missione fondamentale.
L’innovazione sta portando avanti il nostro mondo, ma le domande «Come verrà utilizzata la tecnologia?» o «Queste nuove scoperte ci uniranno o ci divideranno?» e «Che aspetto ha il nostro futuro comune?» … Nessuna di esse ha una risposta sicura. La tecnologia deriva dall’umanità, ma l’umanità non può derivare dalla tecnologia. Questo dipende da noi. Tutti noi. Ecco perché l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori è aperto a differenti prospettive e si basa su giornalismo di qualità, perché l’informazione affidabile è davvero essenziale. Abbiamo tutti qualcosa da imparare da questo. Ognuno di noi può trovare un vantaggio non solo nello studiare le idea con cui siamo d’accordo, ma anche quelle con cui non siamo d’accordo. Infatti, credo che un programma come ”Il Quotidiano in Classe” e un’Organizzazione come l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori potrebbero fare molto bene negli Stati Uniti.
Io voglio l’Osservatorio negli Stati Uniti. Dopo tutto, è compito di ognuno di noi, ovunque, di pensare con attenzione al tipo di mondo in cui vogliamo vivere e del tipo di mondo che vogliamo costruire. È nostro compito vivere con i valori migliori, di inseguire la conoscenza e l’innovazione, non solo come valori personali, ma per creare un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Se gli incredibili giovani che ho incontrato sono un’indicazione di ciò che ci aspetta da questa generazione, siamo in ottime mani.
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