Sta scatenando diverse polemiche in Cina la scelta di Apple che ha annunciato di considerare acquisti in-app le donazioni tramite applicazioni social come WeChat.
WeChat e altre applicazioni social molto popolari in Cina includono una funzione particolare che permette di effettuare donazioni ai creatori di contenuti.
Gli utenti possono scegliere di effettuare una donazione che parte da 1 yuan (15 centesimi) a salire sfruttando la funzionalità dell’applicazione che trasferisce il denaro su conti correnti virtuali.
Apple ha avvisato gli sviluppatori che avrebbero dovuto rimuovere la funzione nel rispetto delle regole dell’App Store.
Ora però l’azienda ha cambiato strategia, subodorando la possibilità di trarre guadagno.
Le donazioni saranno considerate alla stessa stregua degli acquisti in-app dei giochi o altre applicazioni che fruttano ad Apple un guadagno del 30%.
La scelta arriva in un momento particolare in cui le entrate del mercato cinese hanno rilevato un calo non indifferente.
La quota di mercato di Apple è scesa dal 16% al 9% e gli iPhone sono al quarto posto, alle spalle di produttori di smartphone cinesi.
Inoltre Apple è preoccupata del fatto che WeChat sia diventata una piattaforma e non più una semplice applicazione. Con il rischio che riduca l’interesse degli utenti cinesi nell’acquisto di altre applicazioni.
WeChat è un’app che ha caratteristiche simili ad un piccolo sistema operativo. Contiene “mini programmi” che permettono collegamenti tra utenti e aziende senza uscire dall’applicazione.
La decisione di Cupertino ha scatenato polemiche tra gli utenti, tra i creatori di contenuti e potrebbe portare conflitti con il governo.
In Cina Apple deve stare attenta a come si muove per evitare le trappole governative che hanno già colpito altre società. Secondo il Ministero dell’Industria e dell’IT cinese la società californiana avrebbe attuato delle regole inique rispetto al mercato.
Ricordiamo che, per quanto il mercato cinese possa essere una grande opportunità per Apple, l’azienda ha già dovuto affrontare il blocco dei servizi di iBook e di noleggio film su iTunes.
Inoltre ha dovuto adeguarsi alla volontà governativa che ha imposto di rimuovere l’applicazione del New York Times da iTunes ed è soggetta a forti pressioni per un maggiore controllo sulle applicazione che trasmettono contenuti live-streaming.
Via | 9to5Mac
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