Sono trascorsi più di tre anni da quando l’attrice americana Susan Bennett ha rivelato di essere stata la prima voce di Siri per iOS e in una recente intervista la donna ha raccontato nuovi dettagli del suo rapporto professionale con Apple.
Nell’intervista rilasciata a Typeform, Susan Bennett racconta delle prime registrazioni iniziate a luglio del 2005, addirittura due anni prima del lancio del primo iPhone, per ScanSoft, una società acquisita poi da Nuance per le funzionalità di comprensione vocale di Siri.
All’attrice è stato detto che le registrazioni audio sarebbero servite per un servizio di messaggistica vocale sui telefoni e solo nel 2011 la donna ha scoperto che in realtà la sua voce era servita per Siri.
Il lavoro della Bennett consisteva nel recitare frasi prive di senso mentre in realtà le frasi all’apparenza senza significato erano tante variazioni di ogni tipo di pronuncia in lingua inglese così che gli sviluppatori potessero creare la pronuncia di ogni parola senza che fosse necessario registrare singolarmente ogni vocabolo come ad esempio:
Malitia oi hallucinate, buckry ockra ooze, Cathexis fefatelly sexual ease stump, Say the shrodding again, say the shroding again, say the shreeding again, say the shriding again, say the shrading again, say the shrudding again.
La Bennett ha prestato la propria voce anche per altri servizi digitali quali sportelli ATM o dispositivi GPS ma con ScanSoft si è trovata di fronte a testi completamente diversi rispetto a quelli a cui era abituata, frasi senza senza pronunciate in tono piatto. Un lavoro piuttosto noioso che l’ha portata a rifiutare il rinnovo del contratto per i successivi cinque anni.
L’attrice ha poi spiegato anche l’origine del nome “Siri”, nome breve e facile da ricordare ma il cui significato è stato avvolto nel mistero.
Dag Kittlaus, uno dei creatori dell’assistente vocale, stava per diventare padre e se la moglie avesse partorito una bambina l’avrebbero chiamata Siri che, in norvegese, significa «bella donna che guida alla vittoria». La moglie di Kittlaus invece partorì un maschio così il nome Siri è stato destinato all’assistente vocale e, visto il significato del nome, calza perfettamente con il ruolo dell’assistente il cui compito è fornire le risposte giuste alle richieste degli utenti.
Nonostante il lavoro “poco creativo”, Susan Bennett si è dichiarata soddisfatta della collaborazione con Apple perché aver prestato la voce a Siri ha fornito sbocchi professionali che non avrebbe mai immaginato prestando la voce a Coca-Cola, IBM, Ford, cosa che le ha permesso anche di superare il “fastidio” iniziale di non essere stata informata del reale scopo del suo lavoro.
Via | MacRumors
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