Benvenuti ad un nuovo appuntamento con iSpazio Game Point, la rubrica che vi aiuterà ad individuare, genere per genere, i giochi più interessanti e meritevoli dell’AppStore!
Come ben sapete la struttura della rubrica è articolata solitamente in questo modo:
- Prima di tutto selezioniamo due generi tra i vari proposti in AppStore e poi..
- …per ognuno di questi generi selezioniamo un solo gioco, che reputiamo tra i migliori della sua categoria.
Quindi, per entrambi i giochi settimanali, vi forniamo una corposa recensione che ne individuerà i punti di forza e le debolezze in maniera assolutamente imparziale, oltre a riassumere i principali motivi per cui noi ve ne consigliamo l’acquisto.
In questo decimo appuntamento ho però scelto di concentrarmi su un solo genere, quello degli action rpg: ho così l’opportunità di presentarvi due titoli strettamente connessi (sono infatti due capitoli della stessa serie, sviluppati dalla stessa software house – Rapisoft) e di grande spessore.
Gli action rpg (action role playing game, giochi di ruolo d’azione) sono sostanzialmente semplici giochi d’azione ai quali si cerca di dare spessore con elementi tipici dei gdr come potenziamento del personaggio tramite aumento di livello, scelta di perks (spiegherò dopo in cosa consistono), compravendita di beni ottenuti e molto altro ancora. Questa premessa è doverosa: spogliando gli action rpg della loro parte ruolistica (non in senso stretto di interpretazione di un ruolo, quanto delle meccaniche tipiche del genere) non riusciremmo a trovare distinzioni con i più comuni giochi d’azione, specialmente in virtù della bastardizzazione della maggior parte dei generi videoludici avviata da qualche anno a questa parte – con la conseguenza che addirittura fps o racing game hanno il loro, seppur limitato, sistema di crescita e potenziamento del giocatore. È con tale consapevolezza che ci avviciniamo ai due giochi di oggi, entrambi così simili ad un qualunque dualthumb shooter ma al contempo entrambi (specialmente il primo) così diversi.
Ma andiamo senza esitazioni ad occuparcene nel dettaglio!
Solomon’s Keep è il capostipite della serie targata Rapisoft, e sin dalla sua uscita (ormai non proprio recentissima) ha riscosso e continua a riscuotere grande successo di critica e di utenza!
In Solomon’s Keep impersonificheremo uno stregone apprendista lasciato dai suoi maestri, con la scusa di una prova finale che attesti le nostre reali competenze da stregoni, in balia del più cattivo necromante che ci sia: parliamo di Solomon Dark, arroccato nella sua torre in cima alla montagna ed intento a seminare morte e distruzione, come ogni buon necromancer che si rispetti.
Ovviamente la trama è solo un pretesto per lanciarci nella torre (dopo pochissimi secondi) e lasciarci lì a difenderci dai tanti, tantissimi mostri sapientemente evocati dal subdolo Solomon: scheletri, non morti e rispettivo re, imp, draghi e – sorpresa – lo stesso necromante. Come difenderci? Nel brevissimo intervallo di tempo che va dall’apertura dell’app all’inizio di una nuova partita ci troveremo in una piccola piazza nei pressi della torre in compagnia dei nostri maestri stregoni che, oltre a fornirci alcuni dialoghi di trama e la possibilità di comprare con i soldi ottenuti come bottino oggetti e miglioramenti per le nostre skill, ci chiederanno di scegliere una tra tre abilità principali che potremo poi controllare con la levetta virtuale destra: Magic Missile, FireBall e Lightining.
La nostra scelta diverrà la nostra arma principale contro l’esercito di creature che cerca di farci la pelle, e potrà essere potenziata scegliendo opportune abilità nel momento dell’aumento di livello – che avverrà grazie all’esperienza guadagnata uccidendo mostri su mostri.
Oltre a potenziare la nostra skill primaria (minor costo mana piuttosto che maggior danno piuttosto che possibilità di stun, tra tante) potremo scegliere anche di migliorare le nostre qualità (ad es. +25 hp) o acquisire skill secondarie (se ne utilizzano massimo due però). Sostanzialmente, ad ogni aumento di livello ci verrà chiesto di scegliere tra tre potenziamenti random, e starà a noi scegliere quella più congeniale alla nostra idea di stregone che abbiamo in mente. È presente quindi un sistema di perks (bonus scelti dal giocatore che conferiscono abilità speciali al personaggio) limitato però alle abilità secondarie o al potenziamento di quella primaria – che rimarrà quella scelta da noi inizialmente.
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Oltre a questo troveremo degli scrigni lungo la torre che conterranno oro o (più raramente) equipaggiamento, che potremo utilizzare o vendere ai nostri maestri (fanno anche riciclaggio, complimenti! non gli basta averci mandato nella torre…ndr) situati sempre nella piazza iniziale – raggiungibile in ogni momento con l’utilizzo di una magic key che aprirà una porta magica di collegamento.
Lo stile visivo è dark e il motore grafico è molto ben realizzato: ottimi effetti di luce ed illuminazione complessiva, numerosi nemici su schermo e mai un rallentamento, neanche sui dispositivi più anziani. Molto bello inoltre l’effetto di ogni singola magia, ma in generale ci troviamo davanti ad un ottimo lavoro complessivo.
Solomon’s Keep è un acquisto imprescindibile per tutti gli amanti di sparatutto a due levette, action rpg, survival games ed in generale di tutti i giochi splendidamente realizzati. Un prodotto completissimo, curato in ogni minimo particolare, decisamente longevo, economico: cosa aspettate a stanare Solomon dalla sua torre?
- PRO: Profondo, bilanciato, longevo, realizzazione magnifica, costo contenuto!
- CONTRO: Mi credete se vi dico che per un amante del genere questo gioco non ha punti a sfavore?
Solomon’s Boneyard è il seguito di Solomon’s Keep – sebbene sia in realtà un prequel, in quanto ambientato 23 anni prima degli eventi del primo capitolo. Il nostro obiettivo è eliminare uno studente che secondo i maestri stregoni sta acquisendo un po’ troppo potere: un certo Solomon Dark, più incline a rianimare i cadaveri che a far levitare gli oggetti come fa ogni bravo apprendista stregone.
Sebbene tutto lasci pensare che la struttura sia identica, sappiate che non è così: è molto simile in apparenza, ma al contempo estremamente diversa. Gli sviluppatori stessi definiscono a ragione Solomon’s Boneyard un “endless survival-horror Solomon’s Keep”, e la definizione è particolarmente precisa in quanto si è persa per strada la parte esplorativa della torre – limitando le nostre scorribande al rettangolo ampio sì, ma limitato, di un cimitero – e si è posta particolare enfasi sulla componente survival, con annessi punteggi e conseguente supporto ad OpenFeint per la condivisione di essi.
In questo capitolo non sceglieremo una magia tra tre bensì un mago tra quattro, con il suo set di skill modificabile grazie ad un rinnovato sistema di perks avvantaggiato dalla possibilità di trovare punti abilità droppati (lasciati come drop, bottino) dai nemici – creature che come nel primo saranno via via sempre più potenti. Solomon’s Boneyard a differenza del primo non ha un obiettivo finale (è per l’appunto endless), e punta tutto sull’appeal delle componenti rpg associate al comunissimo schema di un survival shooter a due levette: da qui si capisce (e dal fatto che non essendoci salvataggi, il nostro bottino monetario sarà unico per tutte le partite che faremo) quanto sia concettualmente distante dal predecessore.
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La grafica è ovviamente ottima – addirittura leggermente migliorata rispetto al primo, specialmente la luce emanata dal nostro lumino e gli effetti di trasparenza – ma in questo caso ci troviamo davanti ad un prodotto leggermente più pesante, che potrebbe soffrire di cali di framerate nelle situazioni più concitate se giocato su dispositivi di prima generazione.
Solomon’s Boneyard non va ovviamente confrontato con il predecessore: stessa saga, stesso genere, ma concezioni molto differenti.
Un action rpg nudo e crudo che raccomando a chi vuole un’esperienza più completa rispetto al solito survival “a-la-minigore” , forte di uno stile unico e di una forte varietà di skill e potenziamenti.
- PRO: Ben bilanciato, qualche perk in più, grafica migliorata.
- CONTRO: Niente più esplorazione; più pesante; area di gioco limitata.
Anche per questa puntata è tutto! Come sempre contiamo sui vostri commenti, attendendo feedback, critiche costruttive ed i vostri consueti e preziosi suggerimenti, per offrirvi un servizio sempre migliore. Buon gioco a tutti!
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