La Foxconn, il primo produttore mondiale di elettronica con grandi contratti aziendali è stata visitata dal giornalista e fotografo francese Jordan Pouille, il quale ha riportato le condizioni lavorative della fabbrica, sulla scia di una serie di problemi sollevati dagli impegati.
L’iPod Touch, l’iPhone e l’iPad passano attraverso le linee di produzione di questo gigante della fabbricazione e, purtroppo, la descrizione di Pouille della Foxconn è dura ed inquietante.
Il giornalista racconta la storia di giovani lavoratori cinesi, adolescenti e ventenni, che si sono trasferiti da zone agricole e rurali della Cina, e che sopportano turni di 13 ore, con un numero minimo di interruzioni (10 minuti ogni 2 ore) lavorando 6 giorni alla settimana o spesso 7 giorni su 7, quando la richiesta è al picco.
I giovani vivono in dormitori nel campus Foxconn, fino a otto o nove persone per stanza provenienti da diverse città d’origine, con turni di lavoro diversi. Anche i diversi lavori all’interno dello stabilimento, rendendo la situazione di vita molto sfavorevole ai rapporti interpersonali.
Una volta arrivati al cancello che conduce alla fabbrica, i lavoratori devono lasciare i propri telefoni cellulari alle guardie ed entrare in un luogo di regime “militare”, in cui non è concesso ai dipendenti di parlare tra loro, rallentare il ritmo, ascoltare musica o sedersi prima della pausa. Il “focus” è concentrato totalmente sulla produttività, con alcuni operai che riescono ad assemblare più di 3.000 iPhone ogni giorno.
Pouille non sa darsi delle risposte a queste condizioni disumane di vita, presenti in diversi impianti di produzione cinese, ma è sicuramente interessante sapere cosa si cela dietro la produzione dei nostri amati dispositivi super-tecnologici.
Via| TUAW
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