Da tempo ormai Apple fornisce in opzione sull’acquisto (CTO) la possibilità di dotare alcune sue macchine più professionali di dischi allo stato solido. Con l’uscita del nuovo MacBook Air però, abbiamo assistito ad una novità: per la prima volta l’SSD viene proposto come unica soluzione e per giunta su macchine che nel resto dei componenti sono decisamente “sottodotate”. Specialmente dal punto di vista della potenza di calcolo, con CPU dalle basse frequenze e con architettura C2D, che risalgono addirittura a due anni fa.
Cosa è cambiato?
Evitiamo di addentrarci nell’accesa diatriba se l’Air da 11″ sia un netbook o meno. Dopotutto poco importa, soprattutto considerando che si tratta di una sigla nata per catalogare una tipologia di computer e non per limitare le possibilità di innovazione e di scelta dei singoli produttori. Comunque sia il “piccoletto” condivide molti aspetti con questi per via della sua dimensione, leggerezza, portabilità e generale votazione alla rete (intesa come connessione senza fili), ma è decisamente differente nei costi, nelle prestazioni e nel design.
Riguardo le “prestazioni” è chiaro che con un Intel Core2 Duo SU9400 da 1,4Ghz del modello base, non ci si può aspettare un miracolo. Eppure se guardate i video nella mia recensione di qualche giorno fa, noterete che questo piccoletto risponde con una velocità inaspettata e riesce a far girare anche Windows 7 con Parallels con solo 2GB di RAM. Il merito di tutto ciò è da ricondurre quasi esclusivamente proprio al SSD di cui è dotato. Molto spesso parlando con chi si accinge a comprare un computer, noto una eccessiva attenzione alla tipologia e velocità della CPU. Questo è ovviamente un fattore importante, ma è solo una delle molte parti in gioco per la resa complessiva. Il processore viene usato per ogni singola operazione, ma noterete monitorando il vostro computer, che nella maggior parte del tempo durante l’utilizzo quotidiano questo è quasi a riposo. Il flash player per il momento è uno di quelli che continua a sfruttare in modo consistente la CPU (e per questo — ci dicono — non è neanche installato di fabbrica sull’Air), ma Adobe sta lavorando in questo senso per cercare di sfruttare l’accelerazione hardware del comparto grafico. Altri casi in cui la CPU fa la differenza sono ad esempio la codifica audio/video ed il rendering di effetti su foto e video, specie se in real-time.
Insomma tutte cose per le quali normalmente uno non compra un piccolo computer da 11″, ma che già l’Air da 13″ con una buona configurazione riesce a portare a casa in tutta tranquillità. In un’altra recensione ho confrontato il top di gamma con un MacBook Pro 15″ i7 con 8GB di RAM ed SSD da 256GB, ottenendo risultati eccellenti anche nell’esportazione video FullHD da iMovie. Certo il MBP arriva primo in questo senso, ma l’Air si difende molto bene.
Ciò che si vuole evidenziare è che la risposta del disco di sistema è determinante per le prestazioni di un computer. E il gap prestazionale tra un HDD classico e un SSD è incredibile:
A questo punto però sarebbe necessario un approfondimento su SSD e OS X. L’argomento è piuttosto tecnico e qui mi propongo solo di fornire alcuni concetti chiave in modo semplice ai non addetti ai lavori. Per chi poi volesse approfondire, su SaggiaMente questo è uno dei temi più caldi, con continue prove e recensioni dei più recenti SSD sul mercato. C’è da dire che ancora per alcuni aspetti la tecnologia è troppo giovane per avere dati certi. I dischi vengono sottoposti a numerosi stress-test, ma per sapere quale sarà l’effettiva resa a lungo termine di una unità prodotta oggi bisognerà ancora attendere. Anche se stando alle specifiche dei produttori ormai si parla di circa 1.000.000 ore di operatività, che corrispondono a circa 117 anni h24.
Ma quello che spesso viene considerato IL problema degli SSD su Mac OS X è la mancanza del supporto al TRIM. Si tratta di una funzionalità che deve essere presente sia sul disco che sul sistema operativo per funzionare e il cui scopo è quello di ripulire in background gli “spazi” in cui vi sono file cancellati. Normalmente questi vengono contrassegnati come spazio riutilizzabile, ma sono poi realmente svuotati solo al momento della riscrittura. Quando gran parte “superficie” di un disco viene usata, questa operazione inizia ad essere eseguita con frequenza e il risultato è un decadimento delle prestazioni. Il TRIM viene però “gestito” dal sistema operativo, il quale deve anche tenere conto di tutto il resto. Test effettuati già l’anno scorso da HW su un disco a quei tempi illustre come l’Intel X25-M G2, hanno dimostrato che il TRIM è molto meno efficace nel mantenere le prestazioni rispetto alle soluzioni gestite direttamente dal controller (anche se a quei tempi si dovevano richiamare manualmente tramite applicazioni dedicate).
Anche per questo l’evoluzione dei controller (che potremmo definire il cervello degli SSD) li sta portando su una strada differente rispetto al TRIM, il quale viene comunque sempre supportato. Guardando ai SandForce come l’SF-1200 e superiori o al più recente Toshiba T6UG1XBG di cui è dotato il nuovo MacBook Air (ma anche il recente Kingston SSDNow 100 V+), il futuro sembra essere quello di integrare funzionalità simili direttamente nei dischi, in modo da renderle funzionanti indipendentemente dal sistema operativo. La Garbage Colletion “always-on” del controller Toshiba appena citato, si occupa di tenere traccia dello stato di utilizzo delle celle e di pianificare autonomamente la loro pulizia, ma anche e soprattutto di organizzare le scritture affinché questo sia necessario il meno possibile. Il lato negativo della medaglia è che operazioni “aggiuntive” riducono teoricamente la durata vitale di un disco. Per cui è importante il “bilanciamento” che il controller riesce a mantenere per evitare di essere troppo aggressivo e rischiare di inficiare sulla durabilità in virtù di prestazioni costanti nel tempo.
Ognuno propone la propria ricetta in tal senso (personalizzando anche il firmware), ma i nuovi SSD sono in grado di funzionare benissimo anche in sistemi dove il TRIM non sia supportato. Ancora può capitare qualche piccola rogna con firmware ed aggiornamenti, ma la tecnologie è ormai quasi totalmente matura. E il fatto di ritrovarla come unica opzione in un piccolo Mac è solo una conferma. In questo spazio mi è capitato di essere additato dagli esperti di turno di dare consigli quando invece ho sempre cercato di dare informazioni (il più possibile attendibili) affinché sia il lettore ad approfondire e scegliere. Ma questa volta un consiglio ve lo do veramente: +SSD -Ghz
Se state comprando un nuovo computer, fermatevi e valutate. Invece di portare la RAM ad 8GB (che userete solo in casi piuttosto limitati) o di passare da un i5 ad un i7 (con maggiori prestazioni solo in alcune operazioni e in percentuali ridotte) probabilmente sarete molto più soddisfatti del vostro computer scegliendo un modello apparentemente meno performante ed aggiungendo un SSD. Una sola cosa però: negli Air si trova un nuovo controller con le caratteristiche citate, per gli altri Mac vi consiglio vivamente di non prenderlo direttamente da Apple e di montare un disco after market come il Kingston V+ citato o come l’OCZ Vertex 2 e l’OWC Mercury Extreme Pro.
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