Queste ultime settimane, per Apple, non sono state di certo calme: problemi, lamentele, l’iPhone 4 e tanto altro ancora. Una possibile direttiva dell’Unione Europea, inoltre, potrebbe costringere l’azienda ad implementare Flash su iPhone, iPod Touch ed iPad.
Secondo la direttiva, infatti, sarebbe necessaria ogni misura per garantire gli standard nella comunicazione e tecnologia digitale presente su Internet. Tale tecnologia è sempre stata rifiutata dall’azienda in passato perchè giudicata ormai “vecchia” ed è per questo che le diverse campagne in atto stanno cercando di introdurre l’HTML5. Vi abbiamo anche parlato di Gianduia, un progetto che Apple potrebbe terminare, grazie al quale potremo utilizzare Flash di Adobe utilizzando meno risorse sui nostri dispositivi. Di seguito il brano tratto dalla notizia diffusa su laStampa.it.
[…] Un’iniziativa dell’Ue chiamata Digital Agenda, che potrebbe costringere l’azienda di Cupertino a rivedere le sue politiche di chiusura verso l’esterno. All’interno del documento, figura infatti un paragrafo che riguarda la questione dell’interoperabilità che tocca da vicino l’azienda di Jobs. “Dato che non tutte le tecnologie diffusive sono basate su standard – afferma la Commissione – c’è il rischio, in questi settori, di perdere i vantaggi dell’interoperabilità. La Commissione esaminerà la fattibilità di misure che potrebbero portare attori economici importanti a concedere licenze relative alle informazioni sull’interoperabilità promuovendo nel contempo l’innovazione e la competitività”. Naturalmente, questo passaggio riguarda tutti gli operatori Ict di un certo peso, ma uno dei casi che viene subito alla mente è quello di Apple, che non solo si rifiuta di ammettere la tecnologia Adobe sui suoi dispositivi, ma impedisce la sincronizzazione degli smartphone basati su Android, dei lettori Palm e di altri player Mp3 concorrenti all’iPod, con iTunes. Un comportamento che da tempo viene stigmatizzato da parecchi Stati europei, fra i quali Regno Unito e Norvegia. Una mossa della Commissione Europea, avrebbe però tutt’altro peso; la Ue fa sul serio, come ben sa Microsoft, bersagliata a più riprese da sanzioni milionarie e fra le “misure” previste dalla Digital Agenda è possibile che ci siano anche delle sanzioni per comportamenti ostruzionistici delle compagnie.La Digital Agenda vuole stabilire dei principi affinché la rivoluzione digitale possa trovare pieno compimento in Europa entro il 2020. La filosofia di fondo che la ispira è semplice e perfettamente in linea con lo spirito della Rete: è solo attraverso la condivisione e lo scambio che le idee fioriscono e la conoscenza aumenta: chi pone barriere, tecniche o economiche, va combattuto. E nel paragrafo sopracitato, relativo all’interoperabilità degli standard, figura un’importante distinguo: a differenza di quanto accade in un normale procedimento antitrust, non si parla di aziende con una posizione “dominante”, (condizione che può essere molto difficile da dimostrare, tranne che per Google e Microsoft), ma soltanto di “attori economici importanti.
Via | Apple Caffé
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